Le “proprietà” dello Stato: quasi 10 miliardi di terreni e 340 di immobili

Il dettaglio della fotografia dell’Istat sul patrimonio non finanziario. Tra gli “altri beni” rientrano circa 60 miliardi di armamenti – Fonte: la Repubblica

MILANO – Le Pubbliche amministrazioni italiane hanno un patrimonio reale di 476 miliardi, fatto in larga parte di immobili ma anche di altre voci quali i terreni e gli armamenti. E’ un dettaglio della fotografia scattata in settimana dall’Istat, che ha pubblicato i dati sulle principali attività non finanziarie detenute da famiglie, società e appunto amministrazioni pubbliche. Un complesso da 9,561 miliardi di euro, di cui gli immobili costituiscono la stragrande (84%) maggioranza.

Nel dettaglio dei numeri dell’Istituto di statistica si può ricostruire appunto la composizione del patrimonio pubblico. Considerando che mancano dalla misurazione del patrimonio reale del Paese alcune voci quali le opere di ingegneria civile, i monumenti e gli oggetti di valore: non possiamo quindi pensare che in questi numeri rientri il Colosseo o il traforo del Bianco. Ebbene, il patrimonio delle Amministrazioni pubbliche è rappresentato per circa il 72% da immobili. L’Istat sottolinea che proprio nel pubblico l’attività di ricerca e sviluppo presenta l’incidenza maggiore (8% sul totale delle attività reali).

IMMOBILI. Le abitazioni in mano al pubblico hanno un valore assoluto di poco sotto i 90 miliardi: dal 2005 al 2016 si è tornati allo stesso livello di valore, passando però per il picco di oltre 100 miliardi del 2011. Ora come ora, le Pa hanno meno del 2% del valore totale delle abitazioni in Italia (per intendersi, in mano alle famiglie ce ne sono per oltre 4.600 miliardi). “Le dismissioni immobiliari, avvenute attraverso operazioni di cartolarizzazione nel 2002, hanno portato al trasferimento di una parte dello stock residenziale dal settore delle Amministrazioni pubbliche al settore delle Famiglie consumatrici”, spiega infatti l’Istat. Maggiore la consistenza degli immobili non residenziali, che valgono 256 miliardi (l’11% del totale, qui a fare la parte del leone sono le società non finanziarie). Nell’arco dei quindi anni osservati, in media il valore del patrimonio immobiliare non residenziale pubblico è cresciuto meno di quanto non sia avvenuto per gli immobili in altre mani: è salito dello 0,8% annuo, contro il +1,8% registrato dal totale dell’economia.

ALTRI BENI DI CAPITALE FISSO. Sotto questo cappello vanno sia attività quali impianti, macchinari, mezzi di trasporto, apparecchiature ICT, mobili, armamenti, sia attività immateriali quali software e ricerca e sviluppo. Questa voce vale per il pubblico 121 miliardi, e sul totale di impianti e macchinari le Pa ne detengono l’11% di stock, “con un peso rilevante dei sistemi di armamento” (nel Conto del Patrimonio dello Stato della Ragioneria, il loro valore al 2016 viene indicato in 61 miliardi). Infine la ricerca e sviluppo rappresenta circa l’1% del totale delle attività non finanziarie, e per il 37% è nelle mani del pubblico: vale 39 miliardi.

TERRENI. Oltre ai 2,5 miliardi di scorte, si registrano infine 9,9 miliardi di valore dei terreni agricoli (che pure sono per quasi il 90% in mano alle famiglie). I campi pubblici hanno comunque registrato una significativa crescita di valore dal 2001 in avanti, a un ritmo annuo dell’1,7% in media.

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