Spesa pubblica, si sprecano 30 miliardi all’anno per beni e servizi

Uno studio svela gli acquisti sovrapprezzo delle amministrazioni

Il governo si aspetta importanti introiti dalla spending review, se così non fosse l’aumento dell’Iva a gennaio 2014 sarebbe inevitabile. Il messaggio di Enrico Letta alla presentazione della legge di stabilità è stato subito chiaro. Il commissario Carlo Cottarelli si trova così davanti a una grande sfida: tagliare la spesa pubblica senza penalizzare eccessivamente l’operato delle istituzioni. Ecco, allora, che un articolo uscito su Panorama posa lo sguardo sui 30 miliardi di euro all’anno di sprechi della pubblica amministrazione.

L’INCHIESTA DI PANORAMAA spiegare come eliminare queste spese ci prova Carlo Piga, professore di economia all’università di Tor Vergata ed ex presidente Consip, la società di proprietà del Ministero dell’economia delegata agli acquisti della pubblica amministrazione. In un articolo su Panorama analizza uno studio di tre economisti italiani per la rivista scientifica American Economic Review che rivela come la pubblica amministrazione sprechi ben 30 miliardi di euro all’anno negli acquisti di materiale. Nel loro articolo, gli esperti spiegano come le amministrazioni centrali siano obbligate ad acquistare beni necessari allo svolgimento delle proprie funzioni attraverso la Consip. Questa società compera i materiali per le amministrazioni centrali decidendo un prezzo di mercato ritenuto congruo. Le direzioni locali sono poi tenute ad acquistare indipendentemente i materiali, attenendosi il più possibile ai prezzi stabiliti dall’azienda.

VIOLAZIONI E MANCATI CONTROLLIIl sistema sembra non lasciar spazio a sprechi o sovrapprezzi, non fosse per il fatto che, sempre più spesso, le amministrazioni centrali si prendono la briga di effettuare acquisti senza passare per la Consip, a prezzi anche 3 volte superiori a quelli stabiliti dalla società delegata agli acquisti. Anche le istituzioni locali, tenute a comprare materiale a costi simili a quelli stabiliti dall’azienda di proprietà del ministero, effettuano con regolarità ordini anche ad un costo doppio rispetto agli standard. Tutto questo è possibile grazie anche alla mancanza di controlli. Se, quindi, la stessa scrivania direzionale viene pagata, attraverso la Consip, 282 euro, ecco che, quando a “fare la spesa” sono le istituzioni in maniera indipendente, il prezzo lievita fino a 723 euro per le amministrazioni centrali e 483 per quelle locali.

SPRECHI PARI AL 2% DEL PIL. Analizzando tutti gli appalti pubblici in beni e servizi fatti in Italia a metà dell’ultimo decennio, lo studio dei tre economisti rivela come, se tutte le amministrazioni acquistassero i materiali al prezzo imposto dalla Consip, si arriverebbe a un risparmio annuo pari al 2% del Pil nazionale, ossia 30 miliardi di euro. In questo modo la qualità dell’azione pubblica non ne risentirebbe perché, comunque, i materiali verrebbero acquistati e i cittadini potrebbero risparmiarsi un aumento dell’Iva sugli acquisti. Un buon punto di partenza per Cottarelli.

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