Crediti delle Entrate a quota 1.200 miliardi ma «nessuna caccia alle streghe»

Nel corso dell’edizione 2024 di Telefisco il punto sul magazzino dell’Agenza: solo 101 miliardi possono essere riscossi – di Ivan Cimmarusti e Giuseppe Latour

Nessuna caccia alle streghe», assicura il viceministro all’Economia Maurizio Leo. Dopo le polemiche dei giorni scorsi sull’utilizzo del data scraping, cioè la verifica delle abitudini dei cittadini sui social, arriva il chiarimento nel corso del convegno Telefisco 2024: «Ciò che vogliamo fare – spiega – è dire al contribuente: “Mi spieghi perché c’è un disallineamento tra il reddito che dichiari e gli elementi in nostro possesso?”, se è in grado di dare giustificazione nessuna conseguenza, ma questo rientra nella normale logica di accertamento nell’assoluto rispetto di legge».

L’operazione ha un duplice scopo: da una parte si vuole portare in chiaro i capitali, dall’altra si punta a far cassa per «ridurre le aliquote Irpef dal 2025», aggiunge Leo. Ma andiamo con ordine.

Le somme da recuperare

Il problema è il magazzino di crediti erariali che lo Stato ha in cassa e che «per buona parte» non ha «una prospettiva di effettivo recupero», spiega il direttore dell’agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini. Aggiunge che i crediti ammontano a «1.206,6 miliardi di euro contenuti in circa 163 milioni tra cartelle, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivo». In particolare, «i contribuenti coinvolti sono 22,4 milioni, di cui 3,5 milioni sono società, fondazioni, enti e associazioni e 18,9 milioni sono persone fisiche, di cui 3 mln titolari di un’attività economica (artigiani, liberi professionisti, ecc.)». Inoltre, per circa «100 miliardi (8% del totale residuo) l’attività di riscossione è sospesa da provvedimenti di sospensione degli enti creditori in via di autotutela o sentenze dell’autorità giudiziaria, o per effetto di istituti di definizione agevolata in corso». In conclusione, afferma Ruffini, «rimangono 101,7 miliardi da riscuotere, tenendo però conto che molti destinatari del recupero possono beneficiare di alcune misure di limitazione della riscossione previste dalla legge».

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